sabato 28 febbraio 2015

Storia dell'Arteterapia.

L'arteterapia è una pratica non del tutto moderna che trova la sua origine in tempi remoti, ovvero in quel mondo antico caratterizzato dall'intreccio tra arte e guarigione. L'uomo, nell'arco di tutta la sua esistenza, ha sempre espresso le sue immagini mentali attraverso la terracotta, i graffiti sui muri, la musica, le invenzioni, i balli, i riti, la scrittura. 
Il percorso delle arti creative, spesso si è intrecciata, fin dall’antichità, con quello della salute mentale. Qualche accenno a proposito: gli antichi Egizi incoraggiavano le persone affette da disturbi mentali a “perseguire interessi artistici e frequentare concerti e balletti”; gli antichi Greci attraverso il teatro e la musica favorivano la catarsi, liberare le emozioni represse e ritornare ad una vita equilibrata; i Romani ritenevano che studiare letteratura potesse alleviare le sofferenze umane e che la musica alleviasse la melanconia; durante il periodo medievale l’arte intesa come cura dei disturbi emotivi subì un vero declino, venne infatti sostituita dalla magia e dalla superstizione; dal Rinascimento in poi, in Europa, cambia la concezione dell’arte e dell’artista: l’opera d’arte viene vista come una sorta di strumento terapeutico che permette l’espressione di una realtà fantastica, che altrimenti l’avrebbe potuto portare alla follia mentre l’artista viene concepito come una figura dotata di particolare sensibilità. Durante la Rivoluzione Industriale, in Inghilterra, fu presente un approccio noto come “terapia morale”: i pazienti con disturbi mentali venivano accolti in rifugi in campagna e qui ricevevano cure, assistenza e svolgevano attività artistiche come la pittura, scultura e musica (in uno di questi rifugi Vincent Van Gogh trascorse buona parte della sua esistenza).
Nel XX secolo vengono mossi i primi passi verso l’Arteterapia così come viene intesa oggi grazie ad alcuni noti autori. L’arteterapia entra in contatto con la medicina soprattutto nell’ambito del disagio mentale, trovando posto negli ospedali psichiatrici agli inizi del XIX secolo. Uno dei primi esempi di arteterapia fa riferimento alle sedute di musicoterapia passiva, cioè la somministrazione di brani musicali a scopo ansiolitico (documentata nel manicomio turco di Edirne, fondato nel 1498); questa tecnica, durante l'800 viene introdotta negli ospedali psichiatrici europei, ad opera di psichiatri innovatori come il francese Philippe Pinel. Col tempo gli ospedali psichiatrici aprono le porte all’arte proponendo oltre alla muscicoterapia, anche una libera espressione delle proprie immagini mentali attraverso la pittura, scultura, musica, danza e recitazione.





   
Sigmund Freud
Nella maggior parte della storia dell'uomo, è molto forte la paura nei confronti della malattia mentale, vista come manifestazione di forze divine che demoniache. Diversi ed importanti autori, del XIX e XX secolo creano, invece, un contesto più umano per il malato psichiatrico.
Freud si interessò all’arte e a tal proposito definisce l’artista come “uomo che si distacca dalla realtà poiché non riesce ad adattarsi alla rinuncia al soddisfacimento pulsionale che la realtà inizialmente esige, e lascia che i suoi desideri di amore e di gloria si realizzino nella vita della fantasia” (1911) cioè l'artista “trasforma le sue fantasie in una creazione artistica invece che in sintomi”. Per Freud il prodotto artistico è lo specchio del mondo interiore della persona, delle sue strutture e dei suoi processi psichici, e quindi il risultato creativo diventa materiale di interpretazione
per l’analista. 





Carl Jung
Anche Jung Carl parla di arte come un mezzo per contattare ed esprimere le immagini che appartengono all’inconscio. Mentre Freud si concentra sul prodotto artistico, Jung (1966) pone l’attenzione sul processo creativo il quale consiste nell’attivare le immagini archetipe inconsce, rielaborarle e sviluppare in un prodotto finito. L’artista quindi traduce le immagini archetipe presenti nel profondo dell'inconscio e le rende comprensibili a tutti attraverso il linguaggio del presente. A partire dalla sua teoria degli archetipi e dal concetto di inconscio collettivo Jung attribuisce all’arte un valore sociale in quanto mezzo fondamentale di comunicazione dove le emozioni individuali
diventano generale e collettive.

Lev Semënovič Vygotskij






Quest'ultimo concetto è stato di interesse anche di Vygotskij il quale si è occupato, inoltre, del concetto di creatività e di immaginazione, due momenti integranti e indispensabili per conoscere la realtà. La creatività è uno stimolo per ricercare nuove soluzioni e cambiamenti, dunque l'arte non è più una fuga dalla realtà, bensì uno strumento di conoscenza fondamentale. 








Coloro le quali sono considerate le vere fondatrici dell’arteterapia sono Margaret Naumburg e Edith Kramer. Margaret Naumburg (1947), è molto vicina alla visione di Freud e considera il prodotto artistico del paziente come uno strumento che permette di accedere ai suoi contenuti inconsci, da utilizzare durante la terapia e che va interpretato per favorire l’insight (capacità di capire all'improvviso qual è il modo che permette di arrivare alla soluzione di un problema, avviene in un solo passo; si differenzia dal problem solving attraverso il quale, invece, la soluzione del problema si raggiunge tramite una costruzione analitica) e la risoluzione dei conflitti interni. L’arte come strumento a scopo terapeutico e non arte come terapia. Edith Kramer (1958) che pone l’attenzione sul processo creativo come strumento terapeutico. L’espressione artistica del paziente non è vista solo come mezzo per l’espressione dei conflitti inconsci, ma come strumento per la loro risoluzione e come risorsa per la crescita e la maturazione personale: arte come terapia. Dalla Kramer in poi si può parlare di arteterapia vera è propria, dove il soggetto è impegnato nell'attività sensoriale, immerso nei simboli e nelle metafore, luogo dove si identificano ed esprimono le proprie emozioni, strumento che aiuta a comprendere e risolvere delle difficoltà. Altri autori sono intervenuti successivamente nel documentare le esperienze e le evoluzioni dell'arteterapia; ai giorni nostri la disciplina viene colorata da vari approcci: psicodinamico, umanistico, dell'apprendimento e dello sviluppo, sistemico e della terapia familiare, psicoanalitico, cognitivista, gestaltico, dell’analisi transazionale e, in generale, da tutti quegli approcci terapeutici che hanno lo scopo di riconciliare i conflitti emotivi, promuovere l’autoconsapevolezza e l’accettazione di sé, sviluppare abilità relazionali e comunicative. 

http://www.artecometerapia.it/arteterapia/un_po_di_storia.asp
http://www.arteterapia.info/arteterapia/triennio/origini_america.html