L'arteterapia
è una pratica non del tutto moderna che trova la sua origine in
tempi remoti, ovvero in quel mondo antico caratterizzato
dall'intreccio tra arte e guarigione. L'uomo, nell'arco di tutta
la sua esistenza, ha sempre espresso le sue immagini mentali
attraverso la terracotta, i graffiti sui muri, la musica, le
invenzioni, i balli, i riti, la scrittura.
Il percorso delle arti creative, spesso si è intrecciata, fin dall’antichità, con quello della salute mentale. Qualche accenno a proposito: gli antichi Egizi incoraggiavano le persone affette da disturbi mentali a “perseguire interessi artistici e frequentare concerti e balletti”; gli antichi Greci attraverso il teatro e la musica favorivano la catarsi, liberare le emozioni represse e ritornare ad una vita equilibrata; i Romani ritenevano che studiare letteratura potesse alleviare le sofferenze umane e che la musica alleviasse la melanconia; durante il periodo medievale l’arte intesa come cura dei disturbi emotivi subì un vero declino, venne infatti sostituita dalla magia e dalla superstizione; dal Rinascimento in poi, in Europa, cambia la concezione dell’arte e dell’artista: l’opera d’arte viene vista come una sorta di strumento terapeutico che permette l’espressione di una realtà fantastica, che altrimenti l’avrebbe potuto portare alla follia mentre l’artista viene concepito come una figura dotata di particolare sensibilità. Durante la Rivoluzione Industriale, in Inghilterra, fu presente un approccio noto come “terapia morale”: i pazienti con disturbi mentali venivano accolti in rifugi in campagna e qui ricevevano cure, assistenza e svolgevano attività artistiche come la pittura, scultura e musica (in uno di questi rifugi Vincent Van Gogh trascorse buona parte della sua esistenza).
Nel XX secolo vengono mossi i primi passi verso l’Arteterapia così come viene intesa oggi grazie ad alcuni noti autori. L’arteterapia entra in
contatto con la medicina soprattutto nell’ambito
del disagio mentale, trovando posto negli ospedali
psichiatrici agli inizi del XIX secolo. Uno dei primi esempi di
arteterapia fa riferimento alle sedute di musicoterapia passiva,
cioè la somministrazione di brani musicali a scopo ansiolitico
(documentata nel manicomio turco di Edirne,
fondato nel 1498);
questa tecnica, durante l'800 viene introdotta negli ospedali
psichiatrici europei,
ad opera di psichiatri innovatori come il francese Philippe
Pinel. Col tempo gli ospedali psichiatrici aprono le porte all’arte
proponendo oltre alla muscicoterapia, anche una libera espressione
delle proprie immagini mentali attraverso la pittura, scultura,
musica, danza e recitazione.
Sigmund Freud |
Nella
maggior parte della storia dell'uomo, è molto forte la paura nei
confronti della malattia mentale, vista come manifestazione di forze
divine che demoniache. Diversi ed importanti autori, del XIX e XX secolo creano, invece, un contesto più umano per il malato
psichiatrico.
Freud si
interessò all’arte e a tal proposito definisce l’artista
come “uomo
che si distacca dalla realtà poiché non riesce ad adattarsi alla
rinuncia al soddisfacimento pulsionale che la realtà inizialmente
esige, e lascia che i suoi desideri di amore e di gloria si
realizzino nella vita della fantasia” (1911)
cioè
l'artista “trasforma le sue fantasie in una creazione artistica
invece che in sintomi”. Per Freud il prodotto
artistico è
lo specchio del mondo interiore della persona, delle sue strutture e
dei suoi processi psichici, e quindi il risultato creativo diventa
materiale di interpretazione
per l’analista.
per l’analista.
Carl Jung |
Anche
Jung Carl parla di arte come un mezzo per contattare ed esprimere le
immagini che appartengono all’inconscio. Mentre Freud si concentra
sul prodotto artistico, Jung (1966) pone l’attenzione sul processo
creativo il
quale consiste nell’attivare le immagini archetipe inconsce,
rielaborarle e sviluppare in un prodotto finito. L’artista quindi
traduce le immagini archetipe presenti nel profondo dell'inconscio e
le rende comprensibili a tutti attraverso il linguaggio del presente.
A partire dalla sua teoria degli archetipi e dal concetto di
inconscio collettivo Jung attribuisce all’arte un valore sociale in
quanto mezzo fondamentale di comunicazione dove le emozioni
individuali
diventano generale e collettive.
diventano generale e collettive.
Lev Semënovič Vygotskij |
Quest'ultimo concetto
è stato di interesse anche di Vygotskij il
quale si è occupato, inoltre, del concetto di creatività e di
immaginazione, due momenti integranti e indispensabili per conoscere
la realtà. La creatività è uno stimolo per ricercare nuove
soluzioni e cambiamenti, dunque l'arte non è più una fuga dalla
realtà, bensì uno strumento di conoscenza fondamentale.
Coloro
le quali sono considerate le vere fondatrici dell’arteterapia sono
Margaret Naumburg e Edith Kramer. Margaret
Naumburg (1947),
è molto vicina alla visione di Freud e considera il prodotto
artistico del
paziente come uno strumento che permette di accedere ai suoi
contenuti inconsci, da utilizzare durante la terapia e che va
interpretato per favorire l’insight (capacità di capire
all'improvviso qual è il modo che permette di arrivare alla
soluzione di un problema, avviene in un solo passo; si differenzia
dal problem solving attraverso il quale, invece, la soluzione del
problema si raggiunge tramite una costruzione analitica) e la
risoluzione dei conflitti interni. L’arte come strumento a
scopo terapeutico e
non arte come terapia. Edith
Kramer (1958)
che pone l’attenzione sul processo
creativo come strumento
terapeutico. L’espressione artistica del paziente non è vista solo
come mezzo per l’espressione dei conflitti inconsci, ma come
strumento per la loro risoluzione e come risorsa per la crescita e la
maturazione personale: arte come terapia.
Dalla Kramer in poi si può parlare di arteterapia vera è propria,
dove il soggetto è impegnato nell'attività sensoriale, immerso nei
simboli e nelle metafore, luogo dove si identificano ed esprimono le
proprie emozioni, strumento che aiuta a comprendere e risolvere delle
difficoltà. Altri autori sono intervenuti
successivamente nel documentare le esperienze e le evoluzioni
dell'arteterapia; ai giorni nostri la disciplina viene colorata da
vari approcci: psicodinamico, umanistico, dell'apprendimento e dello
sviluppo, sistemico e della terapia familiare, psicoanalitico,
cognitivista, gestaltico, dell’analisi
transazionale e, in generale, da tutti quegli approcci terapeutici
che hanno lo scopo di riconciliare i conflitti emotivi, promuovere
l’autoconsapevolezza e l’accettazione di sé,
sviluppare abilità relazionali e comunicative.
http://www.arteterapia.info/arteterapia/triennio/origini_america.html
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