Secondo Edith Kramer:
"Gli arteterapeuti dovrebbero essere degli artisti o delle persone che hanno lavorato intensamente e con gioia e dunque, al di là della capacità necessaria, che conoscano il piacere duraturo nell'uso dei materiali d’arte, ingrediente ricco e meraviglioso di cui l'arte è composta, esperienza che è assolutamente essenziale per condurre delle sessioni di arteterapia e per ispirare gli altri a produrre. Gli arteterapeuti devono essere capaci di interessarsi non a introdurre artisti all'arte, ma persone capaci di accettare l'aborto, il bizzarro, il patologico senza perdersi...".
Il
viaggio dell’arteterapia
non avviene in completa solitudine, ma
avviene in una relazione tra il terapeuta e il paziente: la propria creazione
viene osservata e discussa.
L’arteterapeuta
deve saper accogliere, legittimare, amplificare i messaggi dell’altro
con parole, disegni, proposte e
per fare questo deve
avere una sensibilità estetica così
da poter
cogliere il significativo,
il comunicativo
non
la bellezza o il
piacevole;
in
altri termini non ci si appoggia e non esistono criteri di
bellezza, quello
che è
importante
è la comprensione,
l’accettazione e
la contemplazione di
ciò che il paziente intende comunicare con la propria opera la
quale non va interpretata perchè il significato che essa ha è
privato, intimo, personale,
privato e va
ricercato attraverso il colloquio, cosicché sia il paziente stesso
ad individuare il giusto messaggio della propria creazione.
Il
paziente utilizza tecniche e materiali che gli
permettono di esprimere, plasmare e dare una forma
o, per meglio dire, un'identità
precisa al problema che l’ha portato in terapia; il
terapeuta aiuta il paziente e, grazie ad esso,
è possibile raggiungere una nuova visione delle
difficoltà,
un’intuizione, un insight
che lo avvicini alla risoluzione. Compito
dell’arteterapeuta
è
quello di
saper accogliere, legittimare, amplificare i messaggi del paziente
con
parole, disegni e proposte e,
come già affermato prima, per fare ciò deve
avere una sensibilità estetica che
colga il
significativo e
non la bellezza.
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