mercoledì 6 maggio 2015

Disturbi alimentari: anoressia e bulimia.

In questi anni le problematiche psicologiche che si esprimono attraverso comportamenti alimentari scorretti, dannosi per la salute, si sono diffuse in maniera preoccupante, spingendo gli operatori verso la ricerca di forme di intervento integrate; sono sorte, così, collaborazioni fra arte terapeuti e dietologi per il trattamento dell’anoressia e della bulimia.




In questo tipo di pazienti la concentrazione sulla pittura distoglie il centro dell’attenzione dal sintomo, dall’ossessione della dieta, riportandolo sul soggetto; i disegni facilitano l’esplorazione di fantasie legate all’immagine di sé, permettono un accesso meno minaccioso a sentimenti come la rabbia, la depressione, la paura o a vissuti di amore-odio verso le figure genitoriali.
E' fondamentale che il paziente in questo tipo di trattamento assuma il ruolo attivo all’interno del gruppo, perché la partecipazione al proprio trattamento può smontare il meccanismo della sfida. 
Per i soggetti bulimici ed in particolare per le donne, la partecipazione regolare ad un gruppo costituisce il primo atto del “prendersi cura di sé” e della propria salute, creando all’interno della propria quotidianità uno spazio (fisico e mentale) a questo dedicato, in contrasto con una routine in cui i ruoli familiari le fanno sentire svuotate e fagocitate. 

Fase iniziale del trattamento dei disturbi alimentari
E' una fase estremamente delicata, poiché anoressici e bulimici si sentono fortemente minacciati da tutto ciò che può produrre un cambiamento e contemporaneamente desiderano altrettanto fortemente comunicare ed essere compresi. Nell’anoressia il problema del controllo di sé, del proprio corpo e degli altri attraverso l’uso della malattia è centrale al punto che, in alcuni casi, la paura di perderlo equivale alla paura di perdere la propria esistenza; la pittura, poiché fornisce un mezzo inusuale di espressione, può far perdere alcune difese ed aiutare il paziente a prendere consapevolezza dei meccanismi attraverso cui attua questo rigido controllo. 

L’arte terapeuta:
- deve accompagnare i soggetti nel percorso, approciandosi in modo non direttivo e rassicurante;
- permette al paziente di lavorare col proprio ritmo, con riguardo ai propri spazi e facendolo sentire protetto dai confini del gruppo;
- poche e chiare regole, all’interno delle quali il conduttore mantiene la capacità di un rapporto flessibile, che sostengano il delicato processo del riconoscimento delle proprie barriere e delle proprie emozioni.

http://www.nuoveartiterapie.net/2009/04/07/arte-terapia-e-disturbi-alimentari/

1 commento:

  1. Purtroppo c'è sempre un numero crescente di soggetti, soprattutto giovani, che sono bulimici o anoressici. Molto interessante sapere che anche l'arte terapia può essere usata come "strumento" utile per cercare di eliminare o attenuare questi disturbi

    RispondiElimina