martedì 2 giugno 2015

Questo video è un breve servizio del Tg2 che riporta un'esperienza vissuta da alcuni anziani affetti dal morbo di Alzheimer, all'interno di un museo, cadenza settimanale. 
La Fondazione Manuli Onlus ha realizzato e proposto il progetto chiamato "Due passi nei musei" che coinvolge ed assiste le persone con Alzheimer e i prorpi cari in un percorso visivo e pratico.
Interessanti gli interventi della Dott. Emanuela Galbiati, Arte Terapeuta della Fondazione e la Presidente di quest'ultima, Cristina Manuli .

"Provano a trovare sè stessi attraverso un canale diverso, quello dell'arte."



sabato 23 maggio 2015

Morbo di Alzheimer ed arteterapia.


Il morbo di Alzheimer

La malattia di Alzheimer è una patologia progressiva neurodegenerativa.
Caratterizzata da:
- un declino cognitivo
- un declino fisico irreversibile 
- da comportamenti anomali.
La malattia colpisce in genere persone tra i 70 e gli 80 anni di età, con un'incidenza che aumenta esponenzialmente con l'aumento dell'età, si verifica anche in persone più giovani.


Gli effetti

Le persone con l'Alzheimer presentano:
alterazioni della memoria e dell'orientamento
- limitazioni della concentrazione, della capacità di organizzazione e di giudizio
- cambiamenti della personalità
- in uno stadio più avanzato, anche di disturbi di percezione, di parola e di deambulazione
- nello stadio finale vengono compromesse altre funzioni corporali, come la deglutizione o la continenza.
Durante il decorso della malattia, le persone con l'Alzheimer, perdono la propria indipendenza nella gestione della vita quotidiana.

Le Cause

Il fatto di perdere un certo numero di cellule nervose durante l'invecchiamento è naturale, ma nella persona colpita da Alzheimer vi è una perdita accelerata di esse, finché il cervello del paziente non funziona più in modo normale.
In alcuni casi casi questo disturbo è causato da mutazioni genetiche ereditarie, ma nella maggioranza dei casi la causa dell'insorgere dell'Alzheimer rimane sconosciuta. Probabilmente è dovuta all'interazione di diversi fattori.
Tende a colpire persone oltre i 70 anni, maggior frequenza per le donne e per chi si mantiene sui livelli di istruzione e cultura più bassi.

Alzheimer ed arteterapia
Grazie al suo linguaggio simbolico e non verbale, si è mostrata utile ad aiutare e a rendere più accessibili quei vissuti che, pazienti affetti da demenze quali l’Alzheimer, a causa della gravità della patologia o dell’intensità delle difese, non riescono ad esprimere a livello verbale. 
Per i soggetti colpiti da Alzheimer, l'arteterapia è terapeutica perché coinvolge la parte ancora funzionante del Sé, dove la creatività richiede un impegno di tipo attivo e personale. 
L’arteterapia permette di rinforzare l’individualità e l’autostima, attraverso la valorizzazione delle capacità residue.I comportamenti, spesso abnormi dei pazienti con Alzheimer, talvolta imprevedibili, sono il terreno su cui lavorare: essi all’interno di un laboratorio di arteterapia vengono visti come tentativi di risposta a stimoli interiori ed ambientali che il soggetto percepisce in modo diverso dalle persone normali.


Obiettivi dell'arteterapia con il soggetto affetto dalla malattia di Alzheimer:
- stimolare e supportare le condizioni mnestiche, cognitive e motorie attraverso il costante uso dei materiali artistici
- il lavoro di riproduzione grafica, di immagini presenti nel soggetto
- migliorare il livello emotivo affettivo grazie alla possibilità offerta di produrre un’ opera e quindi raggiungere un risultato
- alleviare i sintomi depressivi e/o ansiosi (nella demenza di Alzheimer l’umore è influenzato da un forte senso di inadeguatezza e di paura a causa della confusione mentale che il soggetto vive)
- coinvolgere la parte ancora funzionante del Sé attraverso la creatività, in maniera attiva e funzionale
- stimola il miglioramento del senso d’identità
- migliora i livelli di autonomia grazie alla riattivazione delle funzioni psichiche residue.

Le sedute di arteterapia
Il paziente esternalizza, all’interno di una seduta di arte terapia, il proprio mondo interiore attraverso gli strumenti artistici che danno forma al suo mondo interiore. Le sedute si svolgono all’interno di un setting sicuro e funzionale, che metta a disposizione ciò di cui il soggetto ha bisogno. 
Il materiale artistico
No alle lame o punte taglienti e deve essere proposto, per non creare un senso di confusione nel paziente, in piccole quantità. Lo stato di ansia, cui è sottoposto il paziente affetto da demenza, durante i primi incontri è in genere molto alto al punto tale che può non riconosce i materiali artistici e mostrare notevoli difficoltà nel comprendere le richieste propostegli dal terapista, così che l’angoscia incontrollata inibisce le sue funzioni intellettive già compromesse dalla demenza. 
Inizialmente ci si concentra sugli stimoli cognitivi affinché sia possibile un recupero e un riconoscimento, anche se parziale, delle percezioni esterne.
Compito dell’operatore 
Concede al soggetto la possibilità di muoversi liberamente durante il percorso intrapreso, rispetta i tempi del paziente, sollecita una ricerca spontanea di immagini e sensazioni legate al passato e che grazie all’arte prendono forma. Accanto alle semplici attività di disegno possono essere proposti laboratori nei quali i pazienti vengono coinvolti in attività di manipolazione di materiali malleabili come la creta o la pasta di sale; essi consentono di sollecitare le abilità prassiche ma in particolar modo permettono di potere creare, visualizzare e ridefinire la propria identità.

https://it.wikipedia.org/wiki/Malattia_di_Alzheimer

sabato 16 maggio 2015

Anziani nel mondo dell'arteterapia.

L'arteterapia con gli anziani è uno strumento che frena il deterioramento provocato da alcune patologie tipiche di questa fase della vita: utile per mantenere mobili e feconde le capacità percettive ed il potenziale espressivo, la fiducia nelle proprie capacità.






Le persone anziane possono vivere eventi difficili della vita e non riescono a ritrovare  un proprio equilibrio, rimangono chiusi in sè stessi, in solitudine: l'arte può diventare un efficace sostegno terapeutico. Uno degli eventi che porta al cambiamento nella vita della persona anziana è il suo inserimento nella casa di riposo: i cambiamenti che vive la persona sono spesso difficili da affrontare (il distacco dalle abitudini domestiche, dal calore e dalla vicinanza degli affetti familiari) perché l’ingresso in una struttura non è visto come luogo intimo in cui sentirsi a proprio agio.

La persona vivrà momenti di ansia, di dipendenza, di malessere e di isolamento, di disagio: questi stati possono essere risolti col tempo solo attraverso l’accoglienza in un ambiente confortevole e attraverso una terapia che sappia trasmettere umanità, comprensione e amore.
L'arte non va a lavorare sulle incapacità e sulla parte malata, ma lavora su quella sana e creativa, che ancora si può stimolare e mettere in moto: l'anziano si sentirà parte attiva e può condividere l’esperienza con altre persone, migliora e conosce le proprie risorse, scopre gli aspetti positivi di un esercizio. L'arte non non mira tanto a far acquisire competenze tecniche o ad ottenere risultati estetici: ciò che più importa è che si partecipi ad un processo, entro il quale si porta cambiamento.


In campo riabilitativo, l’arteterapia:
opera sul senso dell'identità
opera sul recupero della memoriadell’entusiasmo, dell’autostima e della manualità
- e fa riemergere la vitalità e le nostre forze di calore, cercando di contrastare la depressione. 




L'arteterapia insegna:

- osservare
- sentire
- agire in modo più intenso
socializzare all’interno del gruppo
sperimentarsi in altri ruoli, come persona dotata di interessi e di curiosità.

L’artista terapeuta deve tener presente l’importanza di mantenere un rapporto sinergico con coloro che lavorano a stretto contatto con i pazienti (psicologo, direttore sanitario, animatori) per una completa analisi del singolo caso, inserito nel gruppo: l’intervento così può essere mirato e personalizzato. Spesso gli stessi operatori incoraggiano, sollecitano ed indirizzano l'anziano a partecipare al laboratorio artistico.

http://silviart.altervista.org/blog/laboratori/arteterapia-anziani/

mercoledì 6 maggio 2015

Disturbi alimentari: anoressia e bulimia.

In questi anni le problematiche psicologiche che si esprimono attraverso comportamenti alimentari scorretti, dannosi per la salute, si sono diffuse in maniera preoccupante, spingendo gli operatori verso la ricerca di forme di intervento integrate; sono sorte, così, collaborazioni fra arte terapeuti e dietologi per il trattamento dell’anoressia e della bulimia.




In questo tipo di pazienti la concentrazione sulla pittura distoglie il centro dell’attenzione dal sintomo, dall’ossessione della dieta, riportandolo sul soggetto; i disegni facilitano l’esplorazione di fantasie legate all’immagine di sé, permettono un accesso meno minaccioso a sentimenti come la rabbia, la depressione, la paura o a vissuti di amore-odio verso le figure genitoriali.
E' fondamentale che il paziente in questo tipo di trattamento assuma il ruolo attivo all’interno del gruppo, perché la partecipazione al proprio trattamento può smontare il meccanismo della sfida. 
Per i soggetti bulimici ed in particolare per le donne, la partecipazione regolare ad un gruppo costituisce il primo atto del “prendersi cura di sé” e della propria salute, creando all’interno della propria quotidianità uno spazio (fisico e mentale) a questo dedicato, in contrasto con una routine in cui i ruoli familiari le fanno sentire svuotate e fagocitate. 

Fase iniziale del trattamento dei disturbi alimentari
E' una fase estremamente delicata, poiché anoressici e bulimici si sentono fortemente minacciati da tutto ciò che può produrre un cambiamento e contemporaneamente desiderano altrettanto fortemente comunicare ed essere compresi. Nell’anoressia il problema del controllo di sé, del proprio corpo e degli altri attraverso l’uso della malattia è centrale al punto che, in alcuni casi, la paura di perderlo equivale alla paura di perdere la propria esistenza; la pittura, poiché fornisce un mezzo inusuale di espressione, può far perdere alcune difese ed aiutare il paziente a prendere consapevolezza dei meccanismi attraverso cui attua questo rigido controllo. 

L’arte terapeuta:
- deve accompagnare i soggetti nel percorso, approciandosi in modo non direttivo e rassicurante;
- permette al paziente di lavorare col proprio ritmo, con riguardo ai propri spazi e facendolo sentire protetto dai confini del gruppo;
- poche e chiare regole, all’interno delle quali il conduttore mantiene la capacità di un rapporto flessibile, che sostengano il delicato processo del riconoscimento delle proprie barriere e delle proprie emozioni.

http://www.nuoveartiterapie.net/2009/04/07/arte-terapia-e-disturbi-alimentari/

sabato 2 maggio 2015

Autismo ed arteterapia.





Che cos'è l'autismo?

E' un disturbo:
- invalidante 
- pervasivo
- coinvolge numerose aree. 
Lo sviluppo atipico che caratterizza il bambino autistico e gli impedisce di comunicare appieno con il mondo esterno si può comunque correggere e indirizzare verso l'armonia.





Arteterapia e autismo 
Sono fortemente interconnessi. Come già scritto, l'arteterapia è utile per tutti, grandi e piccini, ed è un tipo di terapia particolarmente adatta per quelle persone che presentano disturbi comportamentali, cognitivi e fisici come può essere l’autismo.
La persona autistica presenta delle aree danneggiate:
- l’area comunicativa
- l’area relazionale
- l’area espressiva.


Il bambino fa fatica già da subito a relazionarsi in modo “tipico” con i suoi compagni. L’atipicità comportamentale si può assecondare e rendere migliore grazie a un arricchimento comunicativo: se la comunicazione classica e verbale è un deficit, è importante far emergere altri tipi di comunicazione, come quella gestuale e non verbale, del gioco.
L’arteterapia permette proprio di variare a livello comunicativo, entra nel mondo dell’arte in ogni sua espressione. L’arteterapia favorisce la comunicazione bloccata o deviata dai processi di autismo, dunque fa bene, lo dimostrano ricerche cliniche.
L’arte è vita, gioia, colori, emozioni: ognuno di noi percepisce un dipinto, uno spettacolo, un ballo, un brano in mille modi diversi. Queste realtà vengono percepite in modo più particolare dalle persone autistiche: un suono può essergli troppo forte, o al contrario lo ricercano sistematicamente; possono amare un colore e odiarne fortemente un altro; i movimenti spesso sono percepiti come degli scatti, la voce viene usata per gridare oppure completamente ignorata.
Stanno nascendo inoltre forme sempre più innovative di comunicazione che rientrano nella branca delle cosiddette "Nuove Artiterapie", come la pet-therapy con gli animali, o la terapia computerizzata, che invogliano e stimolano i bambini e ragazzi a interagire e risvegliare la voglia di comunicare al mondo le loro percezioni.

https://it.wikipedia.org/wiki/Autismo
http://www.ortofonologia.it/allegati/sezione_autismo/bibliografia-lineeGuida/daiana%20cappellaro.pdf

giovedì 23 aprile 2015

Bambini nel mondo dell'arteterapia.

L’arteterapia rivolta ai bambini è una terapia che regola l’equilibrio emozionale e contribuisce al benessere pico-fisico del bambino grazie alle attività attività plastiche, dinamiche e pittoriche tipiche delle varie forme d’arte.



A quali bambini si rivolge l’arteterapia?

I bambini, che danno istintivamente libero sfogo alle loro emozioni, vivono l’arte in maniera spontanea e giocosa, senza porsi troppe domande e godendone appieno. Per i bambini l'arteterapia è un'esperienza incredibile. Come dice Faige Kobre: "L’arteterapia è per tutti i bambini, non solo per quelli con problemi".
L’arteterapia fa bene a tutti. Sono gli adulti che forse se ne dimenticano. In particolare è soprattutto utile in quei casi di disturbi comportamentali che sono, in forza del loro stesso esistere, un nodo emotivo da sciogliere per esempio:
- nei bambini autistici (vedi post successivo: "Autismo ed arteterapia.")
- nei bambini che presentano problematiche legate al linguaggio
- nei bimbi iperattivi
- nei casi di bullismo
- nei bambini down
- nei bimbi che hanno subito dei traumi
- nei bambini che presentano psicosi oppure ossessioni.

L’arteterapeuta usa metodi adeguati, riesce ad essere il regista e, insieme con il piccolo paziente, l’osservatore finale del risultato ottenuto attraverso l’applicazione dell’arteterapia per i bambini.


L’azione dell’arteterapia sui bambini: le fasi

La prima fase del percorso dell'arteterapia per bambini è quella dell’ascolto e dell’osservazione. In questa fase, un bravo arteterapeuta ascolta i genitori e osserva i comportamenti del piccolo, cercando di capire quale può essere il campo di intervento più adeguato, se più o meno statico o in movimento, se con altri strumenti o con il solo uso del proprio corpo. 

La seconda fase è quella di interpretazione psicologica del tutto scaturita dai dati avuti, e la raccolta del materiale più adeguato e la preparazione di un approccio ottimale con le varie tecniche di arteterapia scelte per il paziente.

Nella terza fase vengono osservati risultati ottenuti, analizzando le immagini che ne sono scaturite, per decodificarli e commentarli insieme con il bambino. E' importante riflettere e discutere insieme sui progressi e fallimenti

Ci dev'essere una regolare supervisione per raggiungere risultati da valutare, discutere, per poi proporre interventi adatti da realizzare.

Arteterapia su misura per tutti i bambini

L’arteterapia coinvolge tutti i sensi e, attraverso essa, i bambini riescono a collegare i loro lati emotivi con la logica del pensiero che alla loro età hanno a disposizione. 

I terapeuti incoraggiano i bambini ad esprimere le loro emozioni, esprimendole attraverso l’espressione artistica originando in loro un senso di appagamento e di scoperta di sé.
L'arteterapeuta da consigli rispetto la disciplina artistica più adatta, verso cui il bambino può istintivamente indirizzarsi.
La danza, il teatro, la musica, la pittura etc sono gruppi artistici nonché punti di partenza per scegliere il sottogruppo ideale dell’espressione che si vuole dare alla propria arteterapia: dunque possono essere dipinti realizzati con colori ad olio, piuttosto che con pastelli, cantare con la voce o il suonare strumenti musicali, danza classica o moderna o teatro improvvisato, sculture di creta o cartapesta., etc.

mercoledì 15 aprile 2015

Ansia e stress negli operatori.




Importante è l'aspetto di salute a psico-fisica degli operatori verso i quali si interviene sostenendoli. Sono persone che quotidianamente affrontano patologie che attivano profondi livelli di emotività. Lavorano in numerosi settori di cura, perciò il carico di stress e la vicinanza con malattie/disagi/problematiche provocano un carico emotivo che potrebbe tradursi in somatizzazioni (nel caso in cui la persona non trovi canali di espressione adeguati). 



Spesso gli psicologi sono intervenuti con un approccio verbale che si è rivelato difficoltoso per le resistenze e l’atteggiamento ambivalente degli operatori, affiancando l’arteterapia come intervento di gruppo: le difese sembrano abbassarsi grazie alla modalità indiretta con cui viene affrontato il rapporto con le ansie, le paure, etc.
L’intervento ottiene due risultati: 
1) fornire nell’immediato un canale di scarica emozionale che disinveste il corpo;
2) permettere un allentamento delle difese che non consentono l’elaborazione dei vissuti problematici.